Aria nuova, facce vecchie

Sembrava una rivoluzione copernicana, una "notte dei lunghi coltelli" senza spargimenti di sangue ma pur sempre cruenta: presidenti, direttori generali, vice direttori generali, capi direzione, capi ufficio, capi settore, impiegati e uscieri semi-ottuagenari fatti "scivolare" fuori dalle porte dell'azienda più o meno a calci in culo. Tra questi, a concludere la sua missione nei primi mesi del 2006, c'era anche colui al quale la banca aveva affidato, nel 2003, il difficile compito di iniziare il processo di ristrutturazione, riportando al contempo in alto i margini di profitto: Emilio Tonini, grossetano classe 1939, dipendente storico della banca essendo stato assunto nel lontano 1959.

I risultati raggiunti da Tonini nel suo triennio alla guida della Banca Monte dei Paschi di Siena hanno superato, invero, ogni più rosea aspettativa: crescita costante dell’utile, fino al record del bilancio 2005 (790 milioni di euro di utile netto) e della trimestrale 2006 (277,5 milioni di euro di utile netto, più 70,1% sul primo trimestre 2005). Insomma, c'erano tutti i presupposti perchè Tonini concludesse in maniera brillante una carriera vissuta in costante ascesa e si scegliesse un "buen retiro" nella natìa maremma dove potersi godere, tra le altre cose, la cospicua buonuscita ottenuta al termine dell'incarico.

E invece il buon Emilio ha deciso (o altri hanno deciso per lui, tanto la sostanza non cambia) che 47 anni di banca erano ancora pochini, che a 67 anni non ne aveva le palle abbastanza piene di futures e swap, consulenti in blu ed impiegati in grigio (per non dire grigi), fusioni e integrazioni, riunioni e colazioni di lavoro e si è fatto nominare presidente della Banca Agricola Mantovana, azienda controllata dalla casa-madre Monte dei Paschi.

E' chiaro che ad un incarico simile non può essere chiamato un neolaureato e difatti qui non si discutono nè l'esperienza dell'uomo nè le capacità del manager. Si discute, invece, dell'opportunità di una scelta che, in un contesto di generale rinnovamente e ringiovanimento, fa sì che si faccia di tutto pur di riciclare un gerontosauro. Una scelta del genere getta discredito sull'intero programma di ristrutturazione in corso e sui principi base sui quali esso si fonda. Si scrive sul muro "Viva la Repubblica!" mentre si pensa "Avanti Savoia!", si incensa con tante belle parole il nuovo che avanza e si rimpinguano di soldoni pesanti le tasche del vecchio che mantiene le posizioni.

Insomma, cari amici, è proprio una brutta storia. Sarebbe bastato davvero poco per evitare una simile figuraccia. Sarebbe bastato un pò di stile, perchè in fondo è tutta una questione di stile. Ma con lo stile uno ci nasce e i portatori sani della malattia, purtroppo o per fortuna, sono pochi.

posted by Schloss Adler @ 15:01,

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