Diversamente scioperanti

Lo scorso 4 luglio il Governo ha varato, nell'ambito della c.d. "manovra bis", l'insieme di riforme noto come "Pacchetto Bersani", il quale introduce una serie di liberalizzazioni nei settori bancario, assicurativo, ordini professionali, taxi, farmacie, commercio, authority. Dal giorno successivo si sono scatenate una serie di agitazioni che hanno già portato ad una rinegoziazione, se non ad una vera e propria resa incondizionata del Governo, dei termini del provvedimento, almeno per quanto riguarda i tassisti. Dopo i tassisti è stata la volta degli avvocati, ora è il turno dei farmacisti, domani chissà. E mentre il vicepremier Rutelli critica il "buon pareggio" raggiunto da Bersani coi tassisti, mi torna in mente un famoso "case study" affrontato all'Università.

Il 3 agosto del 1981 circa 13 mila controllori aeroportuali degli Stati Uniti scesero in sciopero, dopo negoziati infruttuosi con il governo federale, per ottenere un aumento salariale e una riduzione della giornata lavorativa. Quello stesso giorno il presidente Ronald Reagan dichiarò che i controllori, in quanto impiegati federali, stavano violando una precisa clausola contrattuale che impediva loro di esercitare il diritto di sciopero e minacciò la rescissione del contratto se gli scioperanti non avessero ripreso il lavoro entro 48 ore. Il 5 agosto, Ronald Reagan tenne fede alle sue minacce e licenziò 11.359 controllori aerei che avevano proseguito lo sciopero. In aggiunta, il presidente proibì all'Amministrazione Federale per l'Aviazione (FAA) la riassunzione a vita di qualunque dei controllori licenziati. Il 17 di agosto, la FAA cominciò a ricevere domande per coprire gli 11.359 posti vacanti e il 22 di ottobre l'Autorità Federale per le Relazioni Laborali cancellò l'iscrizione al registro delle associazioni dell'Associazione dei Controllori Aerei. Nel frattempo, Reagan trasformò i controllori militari in crumiri, ordinando loro di assumersi i compiti dei loro colleghi civili licenziati.

Per natura sono avverso alla soluzione manu militari dei problemi. E' per questo che mi chiedo se sia mai possibile che per modernizzare questo benedetto Paese ci sia bisogno della forza, dell'idiozia o di entrambe ché, come suggerisce un mio caro amico, "ci vogliono i coglioni per fare le cose". Dobbiamo proprio ammettere che aveva ragione Benito Mussolini quando diceva che "governare gli italiani non è difficile, è inutile"?

posted by Schloss Adler @ 20:52,

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