Italiani brava gente

Indro MontanelliNell'estate del 1930, durante il XVI Congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica, Palmiro Togliatti pronunciò parole molto dure nei confronti dell'Italia e degli Italiani. Togliatti disse che per lui era "motivo di particolare orgoglio aver rinunciato alla cittadinanza italiana perché come italiano mi sentivo un miserabile mandolinista e nulla più. Come cittadino sovietico sento di valere dieci volte più del migliore italiano". Molti anni dopo, nel 2001, nel corso di un'intervista rilasciata a Laura Laurenzi, Indro Montanelli disse che l'avere scoperto l'esistenza di "un'Italia berlusconiana mi colpisce molto: è la peggiore delle Italie che io ho mai visto, e dire che di Italie brutte nella mia lunga vita ne ho viste moltissime. [...] Però la volgarità, la bassezza di questa Italia qui non l'avevo vista né sentita mai. Il berlusconismo è veramente la feccia che risale il pozzo".

Oggi, 15 aprile 2008, dopo l'ennesima vittoria elettorale di Silvio Berlusconi, la terza negli ultimi quattordici anni, si può dire ancora una volta che avevano ragione loro. Berlusconi interpreta al meglio i desideri piccoli e grandi, più piccoli che grandi a dire il vero, della maggioranza degli Italiani: più stipendi, più pensioni, più scuola pubblica (anzi, privata ma pagata coi soldi pubblici), più sanità pubblica (come sopra), meno tasse. Non importa nulla sapere chi paga il conto: se Berlusconi dice che si fa, allora si fa davvero, non è vero ciò che è vero, è vero ciò che è detto. Gli Italiani in questi quattordici anni hanno messo a fuoco alcune delle loro caratteristiche peggiori: sono un popolo di furbetti, bugiardi, ignoranti, mafiosi e razzisti. Io sono uno di loro, forse uno dei peggiori: sono un pavido, uno che non ha avuto il coraggio di levare le tende quando era il momento di farlo. Ed è una giusta punizione, quindi, doversi sorbire l'amaro calice dei cinque+sette anni di Silvio Berlusconi, dapprima Presidente del Consiglio, poi Presidente della Repubblica, iniziati ieri. Ne riparliamo il 14 aprile 2020.

posted by Schloss Adler @ 09:30,

2 Comments:

At 16/4/08 21:37, Anonymous Anonimo said...

col pensiero non ero ancora andato ai 7 anni della presidenza della repubblica, appena letto mi è venuta la pelle d'oca..
ho letto in giro che l'italia è di belusconi, e berlusconi è gli italiani.
forse ci meritiamo a vicenda.
quelli in più siamo noi che cerchiamo la verità..
magari un giorno saremo in tanti, magari..
http://andreapoulain.blogspot.com/

 
At 17/4/08 12:49, Blogger Schloss Adler said...

Della volontà di Berlusconi di farsi eleggere a Presidente della Repubblica si parla già da alcuni anni: restare al potere gli evita problemi giudiziari e soddisfa la sua megalomane ambizione di essere ricordato come uno statista. Oggi, dopo la riorganizzazione politica di AN e FI nel PDL e dopo il trionfo elettorale, il quadro è cristallino. Allo scadere del mandato da Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi lascerà la leadership del PDL e (forse) del Paese a Gianfranco Fini, che ha accettato di bere l'amaro calice dello scioglimento de facto di AN solo nella speranza dell'investitura futura. Nel frattempo sarà scaduto anche il mandato settennale di Giorgio Napolitano, divenuto Presidente della Repubblica esattamente due anni fa e, con l'attuale maggioranza, Berlusconi potrà essere facilmente eletto. L'articolo 83 della Costituzione recita infatti che "l'elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell'assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta". Dal terzo scrutinio in poi a Berlusconi bastano la metà più uno dei voti: li ha già.
Ovviamente, nel caso in cui Napolitano abbandonasse prima del previsto l'incarico, Berlusconi lascerebbe subito il timone del governo nelle mani di Fini.

 

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