Tra Obama e Rumor 05 novembre 2008

L'involuzione copernico-berlusconiana della società italiana si è realizzata in due fasi solo apparentemente distinte che appaiono, se analizzate in prospettiva storica, come facenti parti di un progetto unitario. La prima fase, l'era televisiva, segnata dalla supremazia del marketing, della pubblicità, dell'apparire sull'essere, ha prodotto la trasformazione dei gusti e delle ambizioni dei cittadini, la nascita di italiani nuovi, come quegli adolescenti napoletani che "desiderano quel che gli si dice debba essere desiderato". La seconda fase, l'era politica, ha generato la banalizzazione dei valori fondanti del vivere comune, tanto da trasformarli in disvalori: oggi si additano come reazionari coloro che si vantano di rispettare la Costituzione e le leggi dello Stato, si riducono in barzelletta i valori fondanti della Repubblica, primo fra tutti l'antifascismo.
L'elezione di Barack Obama sancisce la fine del regno di George W. Bush, uomo di rara ignoranza e grande amico di Silvio Berlusconi. Mentre gli americani si risvegliano da un brutto sogno durato otto anni gli italiani continuano a stropicciarsi gli occhi, increduli dinanzi a una realtà quotidiana che supera sistematicamente, in peggio, le più pessimistiche previsioni. Al di qua dell'Atlantico non si intravede un leader come Obama, capace di restituire al Popolo i sogni e i valori che gli sono stati strappati via nell'ultimo quarto di secolo. L'Italia è in una situazione di emergenza, gli italiani vorrebbero un Barack Obama, ma per cominciare si accontenterebbero di un Mariano Rumor.
posted by Schloss Adler @ 10:43,