Nomen omen

Alla Coop capita di incontrare dei vecchietti arzilli coi quali le chiacchiere nascono facili, nell'attesa che arrivi il proprio turno al banco dei salumi. A volte l'attesa è davvero lunga, si ha il tempo di presentarsi reciprocamente, di chiacchierare dei temi a loro più cari, quali la politica, i prezzi e il clima. Dopodichè ognuno prosegue per la sua strada. Serviamo il numero 56! Il tempo dei saluti è una variabile esogena.

"La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 Maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi è vinta." Così iniziava il "Bollettino della Vittoria", emesso dal Comando Supremo dell'Esercito Italiano alle ore 12 del 4 novembre 1918 per annunciare la vittoria dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale. Una guerra combattuta dai poveri, soprattutto dai contadini, molti dei quali rimasero fortemente impressionati da quegli eventi e da quelle parole, al punto di decidere di dare ai propri figli il nome di colui che aveva sottoscritto il documento, il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Italiano. "Firmato Diaz", si concludeva così il Bollettino. Firmato, come il nome del mio nuovo amico: avrebbe dovuto chiamarsi Armando, ma va bene anche così.

posted by Schloss Adler @ 10:02,

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