Umanità verso gli altri

Nelson Mandela a Robben IslandSono passati quasi cinque anni da quando il mio amico Graziano, nell'aula di informatica del Master che entrambi frequentavamo, mi disse che non ne poteva più della rigidità di Windows e che aveva intenzione di provare Linux. Ne avevo già sentito parlare ma non mi ero mai soffermato sull'ipotesi di utilizzarlo in prima persona. Quel giorno, invece, l'idea si fissò nella mia mente. Tornato a casa chiamai subito Stefano, il mio consulente informatico d'elezione: "Linux è un ottimo sistema, stabile, veloce, ancora un po' ostico da configurare; ne esistono diverse versioni dette distribuzioni, i CD li puoi scaricare da internet oppure trovare in allegato a una qualsiasi delle tante riviste che trovi in edicola". Andai dal mio giornalaio di fiducia e dopo una rapida occhiata scelsi Linux Magazine al quale era allegata la versione 7.3 di Red Hat Linux.

Mi ci vollero due settimane di tentativi e imprecazioni prima di riuscire a installare il sistema e quando, finalmente, riuscii ad arrivare per la prima volta alla schermata d'accesso, digitai il mio username e la password che avevo scelto ed entrai in una dimensione completamente sconosciuta: era come essere in un paese straniero, nel quale si parla una lingua ignota, scritta con caratteri incomprensibili. Per fortuna, navigando fra le decine di siti dedicati all'argomento scoprii l'esistenza dei Linux User Group: mi iscrissi ad alcune mailing-list e fui sorpreso dalla velocità con la quale i membri dello SLUG rispondevano alle mie domande. Man mano che il mio personalissimo digital divide si assottigliava, scoprivo una comunità di persone altruiste e disinteressate: non avrei mai raggiunto il loro livello di conoscenza tecnica, ma ero decisamente affascinato dalla componente filosofica del movimento, dalla causa del Software Libero.

Per dirla con le parole di Richard Stallman, fondatore del progetto GNU nel 1984, "Free software is a matter of liberty, not price: to understand the concept, you should think of free as in free speech, not as in free beer". L'idea originaria di Stallman era quella di creare un sistema operativo compatibile con Unix, che garantisse agli utenti le c.d. "quattro libertà", ovvero la possibilità di eseguire, studiare, migliorare e ridistribuire il programma. Dopo aver creato i primi elementi del sistema - l'editor Emacs, il compilatore GCC e il debugger GDB - Stallman coronò i suoi sforzi scrivendo, nel 1989, il testo della licenza che è tutt'ora alla base dell'intero movimento, la GNU General Public License. Il sistema, tuttavia, era ancora incompleto: mancava la parte più importante, il kernel. Poi, il 26 agosto 1991, Linus Torvalds inviò un messaggio nel newsgroup degli utenti Minix: "[...]I'm doing a (free) operating system (just a hobby, won't be big and professional like gnu) for 386(486) AT clones[...]". Il progetto divenne ben presto più grande di quanto lo stesso Torvalds avesse mai potuto immaginare: una miriade di programmatori iniziò ad inviare migliorie al codice e già nel 1992 iniziarono a comparire sulla scena le prime Distribuzioni Linux. Nel 1994 Torvalds rilasciò la versione 1.0 del kernel, sotto licenza GPL, e nel 1996, con la versione 2.0, venne adottato come simbolo il pinguino TUX, la mascotte che ha contribuito non poco al successo di Linux. Il resto è storia del presente, un presente in cui si può affermare tranquillamente che Linux is everywhere.

Parte di questo successo, almeno negli ultimi tre anni, si deve all'impegno di Mark Shuttleworth, uno dei pochi imprenditori sopravvissuti alla c.d. bolla delle dot-com. Shuttleworth ha reinvestito l'enorme ricchezza derivante dalla vendita della sua azienda in attività ludiche - un viaggio nello spazio costatogli 20 milioni di dollari - e filantropiche. La società Canonical è il contenitore ideale di tutti i suoi progetti, fra i quali brilla la stella di Ubuntu. Dal punto di vista strettamente tecnico, Ubuntu è una distribuzione derivata da Debian, estremamente curata in tutti i suoi dettagli, tanto da renderla la prima distribuzione ad essere realmente pronta per un uso quotidiano da parte dell'utente comune, ma dal punto di vista ideale Ubuntu è molto di più. Ubuntu è una parola africana che significa "umanità verso gli altri" oppure "io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti": una parola carica di significato, soprattutto se riferita alla terra d'origine di Shuttleworth, il Sudafrica dell'apartheid, del Lungo cammino verso la libertà di Nelson Mandela e del suo popolo. Ubuntu è probabilmente il coronamento migliore delle idee di Richard Stallman, un sogno che si sostanzia nella fortissima carica simbolica delle parole di Mandela: una verità universale, uno stile di vita, la rappresentazione di una società aperta, un'esperienza di libertà non prevaricante. Usate Ubuntu, non ve ne pentirete.

posted by Schloss Adler @ 13:58,