Morire di conflitto d'interessi

Bambini in fabbricaQuesta è una storia di genitori e figli, una storia che si svolge in Italia, a Taranto. Il 13 e 14 aprile 2008, ogni 100 genitori che si recavano alle urne in quella città, 47 votavano la coalizione di Silvio Berlusconi. Lo facevano incuranti o inconsapevoli della paura dei propri figli, una paura che i bambini avevano espresso con chiarezza al presidente della Regione Nichi Vendola poche settimane prima del voto: "Caro presidente, noi bambini siamo molto preoccupati per la nostra salute. Qui tanti bambini muoiono a causa dell’inquinamento. Faccia qualcosa". Quei bambini avevano paura perchè a Taranto accadono cose strane. Capita, ad esempio, che ad alcuni bambini di dieci anni vengano diagnosticati dei tumori che sono tipici negli anziani fumatori incalliti. È come se quei bambini fumassero 7 sigarette al giorno, mentre vanno a scuola, giocano, studiano, dormono.

Il presidente Vendola conosceva bene il problema di Taranto, anche prima dell'appello disperato dei bambini della città. È un problema che ha un nome ben preciso: ILVA, società per azioni del Gruppo Riva che si occupa prevalentemente della produzione e trasformazione dell'acciaio. Vendola era riuscito a convincere i vertici dell'azienda a lavorare per modernizzare gli impianti e ridurre le emissioni nocive, ma ora tutto è cambiato, ci sono almeno due fatti nuovi. La prima novità è che ai vertici del Ministero dell'Ambiente siede Stefania Prestigiacomo, la quale dapprima si è dichiarata soddisfatta "di quanto fatto dall'azienda" e in seguito ha visto bene di rimuovere i tecnici che al Ministero si occupavano del problema diossina, nominando al loro posto persone più allineate al pensiero del Ministro, capaci di grande enfasi nel sottolineare "come le emissioni dell'Ilva siano tutte nei limiti dell'attuale normativa nazionale". La seconda novità è che il presidente dell'ILVA, Emilio Riva, è diventato uno dei sedici capitani coraggiosi impegnati nel salvataggio di Alitalia, uno dei soci della Compagnia Aerea Italiana guidata da Roberto Colaninno. Un imprenditore modello, nonostante alcuni inciampi giudiziari, uno preoccupato per il Paese e per i livelli occupazionali, tanto da rimarcare, in una lettera al Governo del dicembre 2006, che l'eventuale riduzione delle emissioni di anidride carbonica avrebbe comportato "la necessità di fermare parte significativa degli impianti in uso. Il personale colpito da tali riduzioni non potrebbe essere inferiore, anche nell'ipotesi più conservativa, alle quattromila unità".

Un giorno Giulio Andreotti disse che "a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca". A me viene spontaneo pensare che il caso ILVA-Alitalia sia un esempio da manuale del conflitto d'interessi. Versando un obolo per il salvataggio della compagnia di bandiera, Emilio Riva ha ottenuto in cambio totale libertà d'azione in materia di emissioni inquinanti delle sue aziende. La prova, oltre che nella logica, sta nei fatti: mentre il Ministro Prestigiacomo agiva come già sappiamo all'interno dei confini nazionali, il presidente del Consiglio si muoveva sul piano internazionale. Nel corso di un vertice dei capi di Governo, tenutosi a Bruxelles lo scorso 15 ottobre Silvio Berlusconi ha affermato che l'accordo sul clima sottoscritto nel marzo del 2007 è da ridiscutere. La classica chiusura del cerchio.

Questa è una storia di genitori e figli. È una storia triste, perchè in questa storia i genitori si fidano delle promesse del taumaturgo e gli affidano il futuro dei propri figli. Ma per quei figli non c'è futuro. Muoiono, mentre il taumaturgo ride.

posted by Schloss Adler @ 11:04,