Ipse dixit

Ore 22.00
- Senti, forse è meglio se svito l'antenna e la metto nel bagagliaio.
- Quanto sei provinciale! Chi vuoi che se la inculi la tua antenna del cazzo? E poi: se te la rubano, ne rubo un'altra e sei a posto.
Ore 01.45
- Ecco fatto: l'antenna non c'è più.
- Vabbè, adesso sono stanco, ubriaco e mi scappa da pisciare. Ne riparliamo domani.
- Si, ne riparliamo domani. Vaffanculo.
- Pezzi di stronzi. Tanto i CD si sentono uguale, no?
- Si.
- Allora andiamo.
- Si, andiamo.

posted by Schloss Adler @ 11:41,

The pursuit of happyness

- Che storia quella degli occhiali, eh?
- Eh, noi abbiamo dedicato una discreta parte della nostra vita alla sub-cultura pornografica. Ieri, ad esempio, ne ho guardato uno, preso dal nostro amico videotecaro.
- Uhm... Il titolo?
- Erika for you.
- Non l'ho visto.
- Prendilo, è fico. La cosa più bella era il backstage: c'era un tizio che andava in giro con una telecamerina ad intervistare gli attori, i quali si rivolgevano direttamente al pubblico.
- Immagino le perle di saggezza.
- Il meglio è stato quando è arrivato il turno di Franco Trentalange che ha esclamato "venite a trovarci, tanto soldi ce ne stanno". Ma che cazzo di frase è? Che tamarrone!
- Un vero mito. Il vero problema, secondo me, è che ne abbiamo visti troppi. Il porno ci ha fottuto il cervello. Vediamo il rapporto uomo-donna in chiave porno.
- Si, ma io non mi spiego come faccia la gente a non vederla come noi.

posted by Schloss Adler @ 02:55,

L'analfabeta politico

Il peggior analfabeta é l’analfabeta politico. Egli non ascolta, non parla, né partecipa agli avvenimenti politici. Non sa che il costo della vita, il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina, dell’affitto, delle scarpe e delle medicine dipendono dalle decisioni politiche. Un analfabeta politico é tanto animale che si inorgoglisce e gonfia il petto nel dire che odia la politica. Non sa l’imbecille che dalla sua ignoranza politica proviene la prostituta, il minore abbandonato, il rapinatore e il peggiore di tutti i banditi, che è il politico disonesto, ingannatore e corrotto, leccapiedi delle imprese nazionali e multinazionali.
Bertolt Brecht

posted by Schloss Adler @ 15:23,

Separati alla nascita

A comedian can only last till he either takes himself serious or his audience takes him serious.
- Will Rogers -

Stamattina mi sono imbattuto nel blog di Antonio Di Pietro e non ho potuto fare a meno di notare l'enorme somigilianza con il blog di Beppe Grillo. Lo stile dei post è molto simile (una foto all'inizio, l'uso del grassetto per dare forza ai concetti) e anche il layout di pagina dei due blog presenta diverse similitudini. Secondo Netcraft entrambi i siti sono ospitati sui server della ITnet, società del gruppo Wind, mentre da una ricerca WHOIS si evince che il Ministro delle Infrastrutture è intestatario del dominio, cosa che non accade nel caso del comico genovese. E' noto, tuttavia, che la gestione del blog di Beppe Grillo è curata dalla Casaleggio Associati di Gianroberto Casaleggio; presumo che accada la stessa cosa per quello di Antonio Di Pietro, nato alcune settimane dopo un incontro avutosi a Milano tra l'ex Magistrato e il giovane manager.

La mission di Casaleggio Associati è quella di "sviluppare in Italia una cultura della Rete attraverso studi originali, consulenza strategica, articoli, libri, newsletter, seminari e con la creazione di gruppi di pensiero e di orientamento". Prima Beppe Grillo, adesso Antonio Di Pietro, in futuro (pare) Alfonso Pecoraro Scanio: si direbbe che Casaleggio stia riuscendo nel proprio intento, ma a che prezzo? Il "prodotto" blog di Beppe Grillo è stato, finora, un grosso successo di marketing: è cresciuto a dismisura, arrivando a contare oltre 150.000 contatti giornalieri. E questo va bene. Ha rilanciato l'immagine del comico, trasformato nel bastian contrario ufficiale d'Italia. E anche questo va bene. Tramite il blog sono stati pubblicizzati e venduti i DVD degli spettacoli di Grillo. E anche questo va bene. Ciò che non va bene, quando un qualsiasi media diviene così autorevole, è che vengano pubblicate delle clamorose bufale e che non vi sia smentita nemmeno quando queste sono smascherate. Ciò che non va bene è la censura, seppure diretta verso un rompicoglioni di professione: un blog è uno strumento aperto, prendere o lasciare, i personaggi scomodi vanno accettati e combattuti ad armi pari. Ciò che non va bene è scrivere un post e spalmarlo su due blog, quello di Grillo e quello di Di Pietro, amministrati evidentemente dalle stesse persone.

L'Italia ha bisogno di voci libere, di poltici competenti, di satira, di passione civile, di fiducia e di sudore. L'Italia non ha bisogno di un pensatoio centralizzato dal quale vengano emesse a pioggia veline quotidiane: ci sono bastate quelle del Minculpop di Galeazzo Ciano che, tra l'altro, non ci piacevano nemmeno.

posted by Schloss Adler @ 21:46,

Un altro giro di giostra

Il 28 luglio 2004 moriva nella sua casa di Orsigna Tiziano Terzani. A due di distanza, il suo pubblico, la tv, la radio, propongono una serie di manifestazioni per ricordarlo.

posted by Schloss Adler @ 22:00,

PFM a Festambiente

Venerdì 4 agosto 2006, alle ore 22.30, la Premiata Forneria Marconi inaugurerà il ciclo di spettacoli di Festambiente, la vetrina internazionale di progetti ed esperienze in campo ambientale promossa da Legambiente e giunta alla sua diciottesima edizione. Nella formazione della PFM mancherà Flavio Premoli, tastierista storico, che ha abbandonato la band per motivi personali nella scorsa primavera. Al suo posto è stato cooptato Gianluca Tagliavini, che aveva già suonato con la PFM nel tour americano 2005.

ll festival, che si tiene presso il "Centro per lo Sviluppo Sostenibile" di Rispescia a 7 km a sud di Grosseto, situato nell'area del Parco Naturale della Maremma, è facilmente raggiungibile. Per chi arriva in auto occorre seguire la SS 1 Aurelia, uscire in località Enaoli al km 174, e seguire i cartelli per "Festambiente", mentre per chi arriva in treno la stazione ferroviaria più vicina è quella di Grosseto.

posted by Schloss Adler @ 09:51,

Worlds Apart

E' sempre così, ogni maledetta domenica: mi sveglio tardissimo, già con un discreto mal di testa, voglia di badare a me stesso pari a zero. A volte, con uno scatto d'orgoglio, riesco a prepararmi qualcosa da mangiare: solitamente sono già la due, per me il brunch non è una raffinata scelta stilistica, è un triste dato di fatto. Altre volte nemmeno quello: mi vesto dei primi stracci che mi capitano fra le mani, prendo un buon disco, la patente, le chiavi della macchina e qualche decina di euro e mi dirigo verso il McDonalds. Si, lo so: quel cibo fa schifo e "Supersize Me" l'ho visto anch'io, ma non è questo il punto. Il punto è che il McDonalds, la domenica pomeriggio, è un osservatorio privilegiato sui flussi migratori, sui Balcani, sulla solitudine di certi italiani di mezza età. Dallo spiazzo antistante il fastfood, infatti, partono gli autobus diretti verso est: Romania, Bulgaria, Bielorussia, Ucraina, eccetera.

Ti tengo fra le braccia, già, è adesso che comincia
cerco la fede nel tuo bacio e la sicurezza nel tuo cuore
sento il sapore del seme sulle tue labbra,
ti passo la lingua sulle cicatrici
ma quando ti guardo negli occhi,
siamo mondi lontani
[*]

Le donne hanno circa cinquant'anni. Portano addosso i segni della bellezza che fu e di qualche ferita non rimarginata, parlano una qualche lingua slava e sorridono. Gli uomini hanno circa sessant'anni. Sono i figli degli anziani assistiti dalle donne, appartengono alla classe media e lo dimostrano comprando da bere per tutti e pagando con banconote da cento euro. E' il mio turno, pago anche io, "no, niente ketchup, grazie". Al tavolo leggo i giornali, mangio i miei hamburgers e le mie patatine, mi guardo un po' intorno, poi mi allontano. Nel parcheggio incrocio lo sguardo di una donna, le sorrido, mi sorride anche lei. La saluto con la mano: "ciao, amica mia".

[*] Bruce Springsteen, Worlds Apart

posted by Schloss Adler @ 16:41,

Benjamin Breeg

Let me tell you 'bout my life,
Let me tell you 'bout my dreams,
Let me tell you 'bout the thing that happen, all is real to me.
Let me tell you of my hope, of my need to reach the sky,
Let me take you on an awkward journey, let me tell you why.
Let me tell you why.

Prendete una giornata caldissima, prendete una città, prendete un'azienda, prendete una mezza dozzina di colleghi in ferie, prendete un capo impegnato a sparare cazzate, prendete un computer, prendete internet, prendete le cuffie, prendete www.ironmaiden.com, prendete... The reincarnation of Benjamin Breeg.

posted by Schloss Adler @ 22:33,

Diversamente scioperanti

Lo scorso 4 luglio il Governo ha varato, nell'ambito della c.d. "manovra bis", l'insieme di riforme noto come "Pacchetto Bersani", il quale introduce una serie di liberalizzazioni nei settori bancario, assicurativo, ordini professionali, taxi, farmacie, commercio, authority. Dal giorno successivo si sono scatenate una serie di agitazioni che hanno già portato ad una rinegoziazione, se non ad una vera e propria resa incondizionata del Governo, dei termini del provvedimento, almeno per quanto riguarda i tassisti. Dopo i tassisti è stata la volta degli avvocati, ora è il turno dei farmacisti, domani chissà. E mentre il vicepremier Rutelli critica il "buon pareggio" raggiunto da Bersani coi tassisti, mi torna in mente un famoso "case study" affrontato all'Università.

Il 3 agosto del 1981 circa 13 mila controllori aeroportuali degli Stati Uniti scesero in sciopero, dopo negoziati infruttuosi con il governo federale, per ottenere un aumento salariale e una riduzione della giornata lavorativa. Quello stesso giorno il presidente Ronald Reagan dichiarò che i controllori, in quanto impiegati federali, stavano violando una precisa clausola contrattuale che impediva loro di esercitare il diritto di sciopero e minacciò la rescissione del contratto se gli scioperanti non avessero ripreso il lavoro entro 48 ore. Il 5 agosto, Ronald Reagan tenne fede alle sue minacce e licenziò 11.359 controllori aerei che avevano proseguito lo sciopero. In aggiunta, il presidente proibì all'Amministrazione Federale per l'Aviazione (FAA) la riassunzione a vita di qualunque dei controllori licenziati. Il 17 di agosto, la FAA cominciò a ricevere domande per coprire gli 11.359 posti vacanti e il 22 di ottobre l'Autorità Federale per le Relazioni Laborali cancellò l'iscrizione al registro delle associazioni dell'Associazione dei Controllori Aerei. Nel frattempo, Reagan trasformò i controllori militari in crumiri, ordinando loro di assumersi i compiti dei loro colleghi civili licenziati.

Per natura sono avverso alla soluzione manu militari dei problemi. E' per questo che mi chiedo se sia mai possibile che per modernizzare questo benedetto Paese ci sia bisogno della forza, dell'idiozia o di entrambe ché, come suggerisce un mio caro amico, "ci vogliono i coglioni per fare le cose". Dobbiamo proprio ammettere che aveva ragione Benito Mussolini quando diceva che "governare gli italiani non è difficile, è inutile"?

posted by Schloss Adler @ 20:52,

Beep

Quando il blogger diventa regista, nasce il video di "Ombrelloni", parole e musica di Simone Cristicchi.

L’ombrellone te lo ficco nel culo
E il gelato te lo spiaccico in faccia,
questa sabbia te la tiro negli occhi
e poi ti prendo a calci lungo la spiaggia,
con la sdraio ti ci spezzo la schiena
e ci piscio sulla tua abbronzatura,
ora ingurgita la crema solare,
prima che ti affoghi in questo schifo di mare...

posted by Schloss Adler @ 09:54,

20 luglio 2001

Duemilioniseicentoventinovemilaquattrocentoquaranta minuti. Il cuore umano ha un ritmo di circa settanta battiti al minuto in condizioni di riposo. Tum - tutum - tutum - tutum - - - Oltre centoottantaquattromilioni di battiti.

Il treno era in perfetto orario. Il mio amico C. era già sul binario da alcuni minuti. Baci, abbracci, un giro in città, poi via verso casa: il mio regno per una doccia! Genitori cortesi, convenevoli e aperitivo. Televisione accesa, TG4 delle 16.05, Emilio Fede: "Sono drogati, pezzenti, bande di delinquenti che dovrebbero essere arrestati e tenuti in galera a vita". Arriva la ragazza di C. altri saluti, altri convenevoli, altra passeggiata in centro. Autoradio, radio popolare: "Fonti della polizia hanno confermato la notizia della morte di un dimostrante a Genova. Il corpo del giovane, intorno ai vent'anni, si trova in via Caffa coperto da un telo bianco". Ecchecazzo, no: c'è scappato il morto! Cena, telegiornali, fuffa destrorsa degli abbienti genitori di C., specialoni in seconda serata, radio popolare: "E' un ragazzo italiano il manifestante ucciso oggi. Si chiamava Carlo Giuliani, di Roma ma residente a Genova. Era nato nel 1978".

Secondo Amnesty International, tra il 20 e il 22 luglio 2001 si è avuta a Genova "la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale". Il G8 è costato all'Italia un morto, 560 feriti, 301 arrestati o fermati e circa 50 miliardi di danni. Da mercoledì 19 luglio a sabato 22 luglio, cinque anni dopo "i fatti di Genova", il Comitato Piazza Carlo Giuliani o.n.l.u.s. sosterrà una serie di iniziative in memoria di quegli eventi. Venerdì 20 luglio, Liberazione sarà in edicola con in allegato, a cinque euro più il prezzo del giornale, un DVD dal titolo "Quale Verità Per Piazza Alimonda?". Il video è disponibile per il download qui.

Venerdì prossimo al cuore di Carlo mancheranno già centoottantaquattromilioni di battiti.

posted by Schloss Adler @ 21:35,

Ministry of Public Education

Mettiamo subito in chiaro una cosa: disprezzo in maniera profonda la politica estera attuata dagli Stati Uniti d'America negli ultimi decenni, dal Vietnam all'Iraq, dal Nicaragua al Cile, ma ciò non mi impedisce di riconoscere che nella realtà passata e presente di quel Paese siano vissuti e tuttora vivano grandi uomini e siano cresciute e tuttora crescano grandi idee. Thomas Jefferson, il terzo Presidente degli Stati Uniti d'America, è stato un grande uomo, non tanto, a mio modo di vedere, perchè fu uno dei padri fondatori della nazione americana e uno dei principali autori della "Dichiarazione d'Indipendenza" del 1776, quanto per la definizione di conoscenza che ci ha lasciato in eredità: "Colui che riceve una idea da me, riceve egli stesso istruzione senza diminuire la mia; come colui che accende la propria candela dalla mia, riceve luce senza oscurarmi". Una bella frase ad effetto, si dirà. Purtuttavia un'affermazione che contiene in nuce un elemento straordinario: la definizione della conoscenza come "bene pubblico".

Gli economisti definiscono "beni pubblici" quei beni per i quali: 1) non c'è rivalità nel consumo, ovvero il consumo del bene da parte di un individuo non comporta l'esclusione dal consumo per un altro individuo - si pensi all'illuminazione notturna di una strada; 2) non è possibile l'esclusione di un consumatore, cioè tutti possono beneficiare del bene pubblico fin dal momento in cui esso viene prodotto - si pensi alla realizzazione di una diga che salvaguarda dalle inondazioni sia le case dei partecipanti alla costruzione che quelle dei non partecipanti.

Nel 2003 il Ministro Letizia Moratti aveva "ri-brandizzato", forse per aumentarne l'appeal - solo uno dei tanti scempi del malgoverno del Signor B. - il Ministero della *Pubblica* Istruzione alla cui guida era stata posta. Via l'aggettivo *Pubblica*, che sapeva di vecchio, di comunista, di mangiabambini ed anche di mangiapane a tradimento, avanti con la scuola delle tre "I", Inglese, Impresa ed Internet, abbasso la scuola "free", viva la scuola "pay", venghino siori venghino al circo Barnum, pardon, al MIUR, il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.

Da oggi, lo ha annunciato il successore di Letizia Moratti, il Ministro Giuseppe Fioroni, torna il Ministero della *Pubblica* Istruzione. E' un'ottima cosa, seppure inserita in un involucro che personalmente mal digerisco, il decreto sullo spacchettamento dei ministeri, in quanto rafforza anche simbolicamente l'idea che l'Educazione, quella con la "E" maiuscola debba essere appannaggio di tutti. Non resta che continuare su questa strada, ad esempio incrementando, almeno fino al livello medio europeo, la spesa italiana per la Ricerca.

posted by Schloss Adler @ 19:43,

Parola di Ringhio

Questa squadra operaia, magari non bella in certe partite, ma con due coglioni grossi così... Noi italiani sappiamo cosa vuol dire averle grosse... Questa è una vittoria di gruppo, la vittoria di una vera squadra operaia. Ora non sto capendo niente si vede che ho speso tanto in campo, tanta adrenalina. Ma quando saremo a Roma la festa sarà più bella...

E' scoppiato lo scandalo, tutti abbiamo dato qualcosa in più... alla fine abbiamo vinto i Mondiali. Adesso aspettiamo le sentenze, non deve finire a tarallucci e vino.

La partita più difficile da preparare è stata questa contro la Francia. Mi sono addormentato stamattina alle sette, sono andato ventotto volte in bagno, mi son messo anche un cubetto di ghiaccio nel c...

posted by Schloss Adler @ 01:28,

Alles Gute zum Geburtstag

Ho detto al mio computer che oggi è il mio compleanno e lui mi ha risposto di fare un aggiornamento.

posted by Schloss Adler @ 01:46,

La finale dei mondiali

Sono passati più di vent'anni dal primo Campionato Mondiale di calcio al quale assistitetti con una minima cognizione di causa. Fu un torneo fortunato, quello, per noi italiani: Spagna 1982. "Campioni del Mondo! Campioni del Mondo! Campioni del Mondo!", l'urlo di Nando Martellini sanciva il terzo trionfo della Nazionale italiana, dopo le due vittorie ottenute in epoca fascista. Zoff, Bergomi, Cabrini... e via con quei nomi mandati a memoria come una filastrocca.

Alcune scene di quel Mondiale sono impresse in maniera indelebile nella mia mente, come in quella di tutti gli italiani: l'urlo di Tardelli, l'esultanza di Pertini, la Coppa consegnata a Zoff. E poi ve ne sono alcune altre, di natura privata ma non per questo meno belle. Ricordo mia madre che si augura una sconfitta della Nazionale, come reazione alla sua cacciata dalla stanza dove gli uomini (io, mio padre e mio cugino) assistevano a Italia-Argentina, e meno male che vincemmo 2 a 1. Ricordo la sedia che mio cugino (sempre lui) lanciò fuori dalla finestra di casa sua dopo il terzo goal di Paolo Rossi in Italia-Brasile, terminata 3 a 2. Ricordo il corteo della vittoria durante il quale mio padre bruciò la frizione della sua mitica FIAT 127 e mio cugino (lui, sempre più lui) perse le lenti a contatto mentre ballava e cantava come un esagitato sul cassonetto di un'Ape Piaggio.

I Mondiali successivi sono stati per gli italiani un'unica imprecazione collettiva, un filotto di sconfitte assurde, un travaso di bile che si ripete regolarmente a cadenza quadriennale. Mexico 1986: sbattuti fuori dalla Francia di Michel Platini agli ottavi di finale. Italia 1990: terzi classificati, vincendo la "finalina" contro l'Inghilterra, dopo la sconfitta ai rigori nella semifinale con l'Argentina di Maradona. U.S.A. 1994: secondi classificati, sconfitti ai rigori nella finalissima col Brasile di Romario e Bebeto. Francia 1998: fuori ai quarti di finale, sconfitti dalla Francia ai rigori. Corea del Sud e Giappone 2002: fuori agli ottavi di finale, sconfitti dalla Corea del Sud di Ahn, un panchinaro del Perugia.

Domenica prossima, a Berlino, l'Italia si giocherà la Coppa del Mondo contro la Francia ed io farò un tifo forsennato per la nostra Nazionale. Ho alcuni carissimi amici in Francia, ma ciò non mi impedisce di affermare che, almeno da un punto di vista calcistico, i transalpini mi hanno decisamente rotto i coglioni. Le sconfitte del Mondiale 1998 e dell'Europeo 2000 gridano ancora vendetta. Le strade italiane hanno tanta voglia di Ape Piaggio.

posted by Schloss Adler @ 16:17,

Vibo Valentia

Quando fu il giorno della Calabria Dio si trovò in pugno 15.000 kmq di argilla verde con riflessi viola. Pensò che con quella creta si potesse modellare un paese di due milioni di abitanti al massimo. Era teso in un maschio vigore creativo il Signore, e promise a se stesso di fare un capolavoro.

[...] Volle che le madri fossero tenere, le mogli coraggiose, le figlie contegnose, i figli immaginosi, gli uomini autorevoli, i vecchi rispettati, i mendicanti protetti, gl’infelici aiutati, le persone fiere leali socievoli e ospitali, le bestie amate. Volle il mare sempre viola, la rosa sbocciante a dicembre, il cielo terso, le campagne fertili, le messi pingui, l’acqua abbondante, il clima mite, il profumo delle erbe inebriante. Operate tutte queste cose nel presente e nel futuro il Signore fu preso da una dolce sonnolenza, in cui entrava il compiacimento del creatore verso il capolavoro raggiunto. Del breve sonno divino approfittò il diavolo per assegnare alla Calabria le calamità: le dominazioni, il terremoto, la malaria, il latifondo, le fiumare, le alluvioni, la peronospora, la siccità, la mosca olearia, l’analfabetismo, il punto d’onore, la gelosia, l’Onorata Società, la vendetta, l’omertà, la violenza, la falsa testimonianza, la miseria, l’emigrazione.

[...] E, a questo punto, il diavolo si ritenne soddisfatto del suo lavoro, toccò a lui prender sonno mentre si svegliava il Signore. Quando, aperti gli occhi, potè abbracciare in tutta la sua vastità la rovina recata alla creatura prediletta, Dio scaraventò con un gesto di collera il maligno nei profondi abissi del cielo. Poi, lentamente rasserenandosi, disse: "Questi mali e questi bisogni sono ormai scatenati e debbono seguire la loro parabola. Ma essi non impediranno alla Calabria di essere come io l’ho voluta. La sua felicità sarà raggiunta con più sudore, ecco tutto. Utta a fa juornu c’a notti è fatta. Una notte che già contiene l’albore del giorno".

Leonida Repaci

posted by Schloss Adler @ 20:57,